Dal 2026, il 4 ottobre – festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia – tornerà ad essere una festività civile riconosciuta.
Una modifica che, a prima vista, può sembrare simbolica, ma che in realtà porta con sé riflessi diretti sul lavoro, sui cedolini paga e sui contratti collettivi.
Come nella foto di Josh Applegate su Unsplash, la Basilica di Assisi emerge in una luce limpida: simbolo di chiarezza e regole, che ritrae la Basilica di Assisi immersa in una luce limpida e sobria, questa riforma restituisce chiarezza a un simbolo nazionale: una festa che parla di identità, ma anche di equilibrio e regole.
E quando cambiano le regole, cambiano anche gli equilibri contrattuali: festività da retribuire, maggiorazioni, gestione dei turni e dei riposi compensativi.
Vediamo cosa comporta concretamente per datori di lavoro e lavoratori.
Il disegno di legge approvato nel 2025 ha reintrodotto il 4 ottobre come festività nazionale, riportandola tra quelle tutelate dalla Legge n. 260/1949, insieme a Natale, Pasqua, 25 aprile, 1° maggio e altre ricorrenze civili e religiose.
In pratica:
- per chi lavora con orario fisso settimanale, il 4 ottobre diventa giorno non lavorativo retribuito;
- per chi opera su turni o con apertura continuativa (commercio, sanità, turismo), la giornata comporterà maggiorazioni retributive o riposi compensativi secondo il CCNL di riferimento.
Effetti sul cedolino
Dal punto di vista operativo, per i payroll specialist e gli uffici paghe, le novità si rifletteranno in:
- Aggiornamento delle tabelle festività nei software paghe;
- Verifica dei contratti collettivi per stabilire se il 4 ottobre è già previsto o va aggiunto manualmente;
- Adeguamento delle ore lavorate e dei conteggi delle ferie e dei permessi residui.
Un errore su questo punto può generare anomalie nei conteggi contributivi o nei ratei di tredicesima.
Implicazioni per datori di lavoro
Per le aziende, la nuova festività comporta:
- un costo aggiuntivo retributivo (giornata pagata ma non lavorata);
- possibili riperimetrazioni dei turni nel mese di ottobre;
- e la necessità di aggiornare regolamenti interni e contratti aziendali che indicano l’elenco delle festività riconosciute.
Chi gestisce personale in più regioni dovrà inoltre considerare le differenze tra festività nazionali e locali (es. patroni comunali).
COSA NE PENSA IL CONSULENTE …..ANZI LA CONSULENTE!
Ogni variazione del calendario ha un effetto a cascata: sul costo del lavoro, sulla pianificazione produttiva e sulla contrattualistica. Non si tratta solo di “una data in più in rosso”, ma di un elemento gestionale da pianificare con anticipo.
Il consiglio è semplice:
aggiornare software, contratti e turnazioni prima che arrivi ottobre 2026, per evitare sorprese nei cedolini e nei budget.
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