Nelle istruzioni del quadro RT per la dichiarazione dei redditi 2024 per il 2023 trovano posto anche le indicazioni per i possessori di cripto attività. In sintesi per dichiarare le plusvalenze e i proventi derivanti dal possesso di cripto attività bisogna usare questo quadro.

PLUSVALENZA

La plusvalenza consiste nella differenza fra il corrispettivo percepito e il costo delle criptovalute. Non saranno sottoposte a tassazione le plusvalenze inferiori a 2.000 euro. E qui si pone il primo quesito: fino a 2.000 euro non si pagano imposte oppure al superamento della soglia si paga su tutto l’importo? Per esempio fino a 2000 non si conteggia l’imposta sostitutiva, ma da 2001 andrà conteggiata su 2001, oppure su 1 euro? Sarebbe opportuno un chiarimento.

MINUSVALENZA

Anche per le minusvalenze bisognerà calcolare la differenza fra corrispettivo e costo delle cripto attività, ma anche qui l’importo soglia di 2.000 euro genera incertezza. Dicono le istruzioni “le plusvalenze sono sommate algebricamente alle relative minusvalenze; se le minusvalenze sono superiori alle plusvalenza, per un importo superiore a 2.000 euro, l’eccedenza è riportata in deduzione integralmente dall’ammontare delle plusvalenze dei periodi successivi, ma non oltre il quarto …”

COSTO

Un’ulteriore riflessione deve essere posta sul concetto di costo che, secondo le istruzioni. Deve essere documentato con elementi certi e precisi a cura del contribuente. Quindi producendo estratti conto bancari, di carta di credito? Report rilasciati dall’exchange? Ed è ancora applicabile il metodo LIFO (life in first out)? Dalle istruzioni non si rileva, in attesa di chiarimenti, al fine di stimare l’esborso fiscale, si potrebbe utilizzare il metodo LIFO, entrato nella prassi consolidata.

COSTO NON DOCUMENTATO

In questo caso, il valore delle cripto attività, si considera pari a zero